Perché Hitler scelse la Svastica?

La svastica o swastika, una croce con ciascuna gamba piegata a un angolo di 90 gradi, è un simbolo importante sia nelle religioni antiche che in quelle moderne. Indica, tra le altre cose, buona fortuna, l’infinità della creazione e il sole. Allora come è diventato il simbolo del partito nazista?

L’antefatto

L’antiquario Heinrich Schliemann era diventato ossessionato dalla ricerca di Troia, la città perduta della mitologia greca, e credeva che l’epopea di Omero gli avrebbe mostrato la strada. Il ricco uomo d’affari tedesco, nel 1868 partì con la sua copia de L’Iliade alla ricerca del Mediterraneo.

Passarono diversi anni, i risultati si rivelarono deludenti e fu sul punto di arrendersi prima che un archeologo dilettante britannico di nome Frank Calvert gli desse un suggerimento: Schliemann avrebbe dovuto scavare nel misterioso tumulo di Hisarlik sulla costa egea della Turchia.

Lì, negli anni ’70 dell’Ottocento, Schliemann portò alla luce strati di civiltà risalenti a migliaia di anni fa e dichiarò di aver trovato Troia. La città della leggenda per lui era stata trovata – sebbene risultasse essere uno strato diverso da quello che pensava Schliemann – così come un deposito di gioielli, bronzo, argento e oro.

Era più di quanto avesse osato sperare. Eppure nelle antiche rovine fece un’altra fatidica scoperta: circa 1.800 raffigurazioni di un simbolo che somigliava a una croce con le braccia piegate: la svastica.

Svastiche su un mosaico romano

La notizia dei sensazionali scavi di Schliemann si diffuse in lungo e in largo, seguita rapidamente dalla svastica, che divenne un segno onnipresente, visibile in tutta Europa e nel Nord America.

Le svastiche sarebbero apparse nella pubblicità, adornando gli edifici come motivi architettonici e indossate su distintivi o medaglioni. Le squadre sportive, dall’hockey sul ghiaccio al basket, si chiamavano addirittura svastiche, così da vicino era il simbolo associato alla fortuna e al successo.

Allo stesso tempo, tuttavia, la lunga storia della svastica la vide diventare una delle preferite anche dai nazionalisti tedeschi, che sottoscrissero una teoria distorta secondo cui discendevano da un’antica “razza padrona” nota come ariani.

Questa convinzione persiste nel XX° secolo, diventando più perniciosa fino a quando non fece capolino nella testa di Adolf Hitler, il leader del nascente Partito nazista. Adottò la svastica come simbolo del movimento nel 1920.

Poi, quando le bandiere rosse decorate con una dura svastica nera su un cerchio bianco del Terzo Reich furono “marciate” sull’Europa e il mondo entrò in guerra, divenne segno di odio , paura, intolleranza razziale e genocidio. Una manifestazione del male.

Nel giro di pochi anni, la svastica fu corrotta e il simbolismo che conteneva per una miriade di culture, cresciuta attraverso molti millenni, si invertì. Una croce con le braccia piegate ad angolo retto significava molte cose per molte persone, ma era sempre stata usata come segno di speranza e positività.

Poteva rappresentare buona fortuna o prosperità; simboleggiare il Sole o l’infinito della creazione; oppure, come fa ancora oggi in molte religioni, evocare un senso del divino e richiamare il buon auspicio. La stessa parola svastica deriva dal sanscrito svastika, che significa “che porta al benessere”.

Perché Hitler scelse la svastica?

Quando Adolf Hitler iniziò la sua ascesa al potere e cercò un simbolo per incapsulare il suo movimento, il partito nazista e un futuro forte per la Germania, la svastica divenne la scelta più chiara. Hitler comprendeva il potere di un’immagine e sapeva che avrebbe dato agli ideali nazisti un fondamento storico.

Non riusciva a conciliare adeguatamente la sua visione della storia cristiana della Germania con i legami storici ebraici della religione – essenzialmente, che Cristo stesso era ebreo – quindi l’idea che i tedeschi discendessero da una razza padrona bianca con un simbolo collaudato aveva un grande fascino.

La svastica, o hakenkreuz (croce uncinata), divenne l’emblema del partito nazista nel 1920; lo stesso Hitler si prese il merito personale per aver disegnato la bandiera. Utilizzò il rosso, il bianco e il nero della vecchia bandiera imperiale tedesca – una mossa astuta per collegare il passato della Germania al suo futuro – ma attribuì loro nuovi significati.

“In rosso vediamo l’idea sociale del movimento, in bianco l’idea nazionalista, nella svastica la missione della lotta per la vittoria dell’uomo ariano”, scrisse Hitler nel suo manifesto autobiografico del 1925, Mein Kampf.

Cos’è la svastica al mondo d’oggi?

All’indomani della seconda guerra mondiale, la visualizzazione pubblica della svastica fu vietata in Germania, dove rimane ancora illegale. Eppure, anche se proibito e ripudiato nel mondo occidentale, continua ad essere un potente simbolo per i gruppi di estrema destra e della supremazia bianca.

Negli Stati Uniti, dove il suo uso è consentito, gli incidenti che coinvolgono bandiere con la svastica e graffiti sono aumentati negli ultimi anni, soprattutto quando i neonazisti marciarono a Charlottesville, in Virginia, nel 2017.

Ma la svastica rimane anche una caratteristica del culto per indù, buddisti e giainisti. Può essere visto apparentemente ovunque in alcune parti del subcontinente indiano – dagli ingressi dei templi alla parte anteriore dei taxi – e svolge un ruolo importante nelle cerimonie e nei festival.

Durante il Diwali – la festa delle luci indù – la svastica viene disegnata con sabbia colorata, o rangoli, e raffigurata con lanterne per celebrare la vittoria della luce sull’oscurità e del bene sul male. Nel 2007, quando i politici tedeschi hanno tentato di introdurre il divieto della svastica in tutta l’Unione europea, gli indù si sono opposti con veemenza alla misura per motivi religiosi.

Atteggiamenti così disparati nei confronti della svastica sollevano quindi la questione se il simbolo – che per così tanto tempo è stato una forza positiva – possa essere dissociato dalla sua associazione con Hitler e i neonazisti che ancora lo mostrano. Reclamare il simbolo segnerebbe la sconfitta finale del Terzo Reich e l’odio che sosteneva? O è impossibile? La corruzione della svastica nel XX secolo è arrivata a rappresentare così tanto gli orrori del nazismo che non dovrebbe mai essere dimenticata.

La risposta, sebbene non chiara, potrebbe essere che ci saranno sempre due interpretazioni completamente contrastanti della svastica, entrambe parte della nostra storia, presente e futura: una che rappresenta il peggio dell’umanità e l’altra che ne simboleggia il meglio.

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Alessandro Barbero
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